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Strada del Ponale e Lago di Ledro
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Finalmente riprende l’attività di cicloescursionismo del CAI di Ferrara, grazie alla fiducia del nostro Presidente e alla buona volontà e tanto entusiasmo di alcuni soci amanti della bici.
Si riparte alla grande dall’escursione in programma giunti a questo punto della stagione: la Ponale e Val di Ledro.
Questo itinerario è un vero must per gli amanti della bicicletta e non solo.
Al punto di incontro a Riva del Garda mi ritrovo in un gruppo eterogeneo sia per età che per i mezzi: la maggioranza dei partecipanti (tredici in tutto) è dotato di MTB, io ed un’altra signora con la gravel, due del CAI di Bologna con la e-bike ed il mitico Gianpaolo con la sua ineguagliabile trike reclinata che ci stupirà con le sue performance e la sua invidiabile tenacia e grinta nell’affrontare tutto il percorso.
Dopo tutte le raccomandazioni del caso da parte degli organizzatori partiamo. Alcuni hanno già percorso questo tratto in bici o a piedi, per altri invece è la prima volta, ma il lago di Garda ha comunque sempre qualcosa per farti stupire ogni volta che lo incontri.
Ore 9:30 in sella si parte!
Appena fuori da Riva del Garda si comincia a salire sul sentiero che parte a destra della galleria sulla Gardesana occidentale, e, dopo uno strappetto iniziale, tanto per testare subito il nostro stato muscolare, imbocchiamo la vecchia strada Ponale, un sentiero sterrato con a tratti, tantissimi ciottoli, sassi e gallerie scavate nella roccia, che sale per circa 4 km con una pendenza abbastanza costante tra il 5% e il 7%.
Se non fosse per la ricerca di un continuo equilibrio nello slalom fra i tratti meno ghiaiosi, la fatica non è poi così tanta.
Ci fermiamo diverse volte per ammirare gli scorci mozza fiato (eh, sì, ci si mette anche il paesaggio!!!) sul lago Benaco senza farci mancare le foto ricordo, un piccolo spuntino e qualche allegra battuta: da un lato le imponenti pareti rocciose, dall’altro un grande specchio d’acqua dai mille riflessi dove la roccia scende a picco. In lontananza, separate dal Monte Brione, Riva e Torbole, con le loro casette colorate.
Oggi per fortuna, benché sia una bella giornata, non c’è molto traffico ciclistico; era una mia preoccupazione, perché da pedone, in passato, avevo visto molti ciclisti spericolati.
Il gruppo procede abbastanza compatto, ciascuno in base alle proprie possibilità, dando fondo alle proprie risorse fi siche lungo pendenze che in prossimità di Molina si fanno più severe anche se il sentiero ora sia quasi del tutto asfaltato.
Attraversiamo un ponte ed entriamo in val di Ledro; ora pedaliamo fra boschi e prati affiancati dal torrente Ponale, con una temperatura decisamente più fresca.
Verso mezzogiorno arriviamo al Museo delle Palafitte e si apre ai nostri occhi la distesa delle azzurre e limpide acque del lago di Ledro sulle cui rive erbose ci accomodiamo per consumare il nostro meritato pranzo, dopo aver percorso metà circonferenza dello specchio d’acqua, passando per la graziosa frazione di Mezzolago con bellissimi dipinti sui muri delle case. C’è un caldo sole e una luce meravigliosa che ci fa dimenticare la stanchezza… e questo fa la differenza e poi, nei tratti particolarmente impegnativi, come altri partecipanti, sono scesa dalla sella perché rischiavo di impennarmi. Nel prato Gianpaolo ci ha fatto provare la sua trike bike reclinata, tanto comoda quanto pesante da spostare… chapeau per quello che ha fatto!
Verso le 13:30 ripartiamo riprendendo e concludendo il giro del lago che ci sorprende con un sentiero fra faggi e latifoglie che non sono sfuggiti ai caldi colori dell’autunno regalandoci un emozionante foliage!
Ritornati al Museo delle Palafitte ripercorriamo il sentiero a ritroso e qui per me è iniziata la vera preoccupazione: in discesa con la mia gravel, seppur dotata di copertoni abbastanza adeguati, ho dovuto prestare molta attenzione in particolare nei tratti ripidi, per non derapare e finire come pera cotta stesa a terra. Ho calibrato l’uso dei freni utilizzando in particolare quello posteriore e modulando con attenzione quello anteriore, come è stato anche più volte raccomandato dagli accompagnatori.
La luce del sole è cambiata e di conseguenza anche la visuale sul lago assume riflessi diversi; ora ci sono tantissime barche a vela a ricoprirne la superfice e, vista la colorazione rosa, ci fanno pensare a tanti fenicotteri… sarà deformazione territoriale???!!!
In prossimità della Tagliata del Ponale, (non visitabile), complesso difensivo costruito dall’esercito austroungarico tra il 1860 e il 1918, a guardia del confine meridionale del grande impero, e così chiamata perché “tagliata” nella montagna, ci fermiamo per visitare quello che resta del nucleo più antico, ovvero il Forte Teodosio, sulla rupe dello Sperone a picco sul lago, salendo stretti e ripidi scalini e vedere da vicino resti di casematte e un altro bellissimo scorcio sul Garda.
Verso le 15:30 circa siamo di ritorno a Riva del Garda tutti molto soddisfatti per l’esperienza vissuta e riconoscenti verso gli organizzatori ed accompagnatori, Aurora, Nicola e Maurizio, che ci hanno permesso di viverla. Il mio bagaglio da cicloturista si è notevolmente arricchito in sicurezza, consapevolezza e autostima.
Alla prossima pedalata!
Daniela Pignocchi