Anche per il 2016 siamo riusciti a mantenere un ventaglio di proposte che riesce a coprire molte delle attività presenti in Sezione, grazie all’impegno dei nostri Direttori di gita

Il calendario non può che iniziare con la gita nel Delta del Po, tanto per sgranchirsi le gambe, che poi continueranno a farlo sul percorso del vecchio trenino di Asiago. Seguirà una due giorni sul crinale appenninico, con pernottamento nel rifugio presso il lago Scaffaiolo. Si proseguirà con un’escursione a carattere storico nei pressi di Lavarone, per visitare le trincee della Grande Guerra, con gli amici della Pico Cavalieri.
Per Mantenere l’allenamento, andremo e torneremo in bici a Bologna. Seguirà poi un’escursione alla diga del Vajont e zone limitrofe, mentre un’altra comitiva salirà la Ferrata della Memoria, inaugurata lo scorso ottobre (2015). A fine giugno andremo al passo di Cimabanche per raggiungere Col Rotondo dei Canòpe ed all’inizio di luglio percorreremo tutta la Val Travenanzes, partendo da passo Falzarego.
A metà luglio, la gita alpinistica di due giorni, una classicissima; ritorneremo nel gruppo del Monte Rosa e più precisamente percorreremo i sentirei dei Walser e saliremo sul Castore.
Continueremo con un’altra gita classica, una due giorni attorno e sulla ferrata del Paterno. Apriremo a settembre con il sentiero alpinistico del Monte Cernera; per solo ventiquattro partecipanti!
Preseguiremo con un’escursione intersezionale con gli amici di Trecenta, a Caldaro. Seguirà una attività che ha riscosso buon successo nelle edizioni passate: il trekking urbano, che per questa occasione si farà a Bologna.
La Castagnata chiuderà tutte le attività estive e saranno previste delle novità, che lasceremo svelare ai direttori di gita a tempo opportuno.

Come vedete, non c’è che l’imbarazzo della scelta, a piedi, in bici, con le ciaspole e con i ramponi, spaziamo “dalle Alpi all’Appennino” e dal “Delta alla Pianura”. Non manca nulla.

Nell’elenco seguente elenco di escursioni, troverete indicata anche la data di apertura delle iscrizioni, alla quale far particolarmente attenzione.

Qualora aveste dei suggerimenti, delle proposte o delle critiche, non esitate a contattarci, magari direttamente in Sezione, oppure all’indirizzo commissione.escursionismo[at]caiferrara.it.

 

Domenica 10 aprile 2016

Gli ultimi avamposti estensi

Direttore di gita: Daniele Nasci

Escursione di un giorno per comitiva unica.

L’escursione inizia dal parcheggio del Castello della Mesola, ultimo avamposto ad est della Signoria Estense, da qui prendiamo la strada ciclopedonale della destra Po che in questo tratto è costituita dall’argine del Po di Goro, primo ramo a sud del sistema deltizio per dirigersi verso mare. In questo tratto di escursione possiamo vedere il tipico paesaggio agricolo del basso ferrarese caratterizzato dalla coltivazione di colture estensive ed orticole e da qualche impianto a pioppo.

Dall’altra parte, il fiume ha un corso sinuoso tra i due argini e crea spazi che vengono coltivati a pioppo e da essenze ripariali, prevalentemente salici e pioppi che crescono nelle vicinanze delle rive.  

Dopo circa 4 km arriviamo alla parte più settentrionale del bosco di Santa Giustina, che attraverseremo  fino ad arrivare nella parte meridionale, dove vi è l’omonimo centro abitato.

Il Bosco di S. Giustina è una sottile striscia boschiva costituita sui cordoni litoranei formatisi dopo il XII secolo in seguito all’avanzamento della linea costiera e rappresentano il residuo di un grosso complesso di foreste termofile litoranee che nel medioevo si estendevano fino alla foce del Tagliamento. Nell’area deltizia questo insieme di boschi, era costituito prevalentemente da lecci (Quercus ilex) ed era chiamato Bosco Eliceo.

Il Bosco di S. Giustina rappresenta il residuo della tenuta estense di Mesola  ed è costituito da diverse essenze vegetali: nella parte settentrionale troviamo farnie, carpini e lecci; nella parte centrale, caratterizzata dalle dune più rilevanti dove la parte sommitale è dominata dal leccio, troviamo fillirea e pino domestico, mentre la zona intradunale è costituita da frassino meridionale, olmo campestre e pioppi; la parte meridionale è costituita da pioppi, olmo campestre ed ontano nero.  

Arrivati all’abitato di Santa Giustina proseguiamo la nostra escursione fino a Torre Abate, un manufatto costruito dagli Estensi per la  bonifica di queste zone, che mediante le porte vinciane di cui era dotata, permetteva il deflusso delle acque nei terreni bonificati ed impediva l’ingresso dell’acqua salata in caso di mareggiate.

Il pullman verrà a prenderci alla Torre Abate e ci porterà nei pressi del porto di Goro dove faremo la sosta per il pranzo.  Dopo il pranzo ci trasferiremo nel porto di Gorino, da dove riprende l’escursione che percorrerà il sentiero sull’argine destro del Po di Goro fino alla Lanterna Vecchia. Il percorso ci da una visione del tipico paesaggio vallivo della Sacca di Goro costituito da specchi acquei e dossi ricoperti da canna palustre, nei quaili trovano rifugio diversi tipi di aironi, anatidi, falconidi ecc. Giunti alla Lanterna Vecchia visiteremo l’ambiente circostante per poi ritornare con lo stesso sentiero.

Difficoltà: Turistico (T)
Escursione con comitiva unica alla portata di tutti, anche dei bambini d’interesse naturalistico
Lunghezza percorso: circa 16 Km ( 10 per il I° tratto + 6 per il II° tratto)
Tempo di percorrenza: 4.5 +2.5 ore
Portare al seguito acqua, binocolo e repellente per le zanzare

Informazioni
Apertura iscrizioni: martedì 15 marzo
Partenza: ore 7.00 dal piazzale Dante Alighieri
Rientro: verso le  ore 19

Domenica 24 aprile 2016

Il percorso del vecchio trenino da Asiago a Campiello

Direttore di gita: Massimo Costanzelli

Escursione di un giorno per comitiva unica.

Partendo dalla ex stazione del treno di Campiello si arriverà a Treschè Conca entrando in una galleria che sembrerà molto stretta, perché il treno che vi passava era a scartamento ridotto.  Poco dopo si affronteremo una galleria più lunga che porterà nei pressi dell’abitato di Cesuna, da dove inizieremo a camminare nei boschi fino a Canove, dov’è presente una locomotiva usata fin dall’inizio del secolo scorso per una cinquantina di anni.
Da Canove termineremo il percorso ad Asiago.

Informazioni storiche

Il treno Rocchette-Asiago, che per cinquant’anni ha collegato la pianura veneta con Asiago, ha avuto un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei comuni dell’Altopiano, rendendo accessibili le montagne agli abitanti della pianura. lanciando Asiago nell’orbita del turismo e favorendone il commercio.
Il treno, pur muovendosi più lentamente rispetto ai sistemi di trasporto precedenti con animali, rappresentava una vera e propria rivoluzione.
Il viaggio inaugurale, tra il tripudio degli abitanti dell’Altopiano, venne effettuato nel 1909.
La ferrovia, dotata di cremagliera, doveva superare un notevole dislivello con pendenze anche del 12%, dato che Piovene Rocchette si trova a 280 metri di altitudine ed Asiago è a 1001 metri.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il traffico di persone e merci andò lentamente scemando e l’ultimo viaggio venne effettuato il 21 luglio 1958.
Durante i cinquanta anni di attività, non venne segnalato alcun incidente..

Difficoltà: Escursionistico (E) di circa 12.5 chilometri e 60 metri di dislivello sia in salita che in discesa.

Partenza ore 7.00 da Piazzale Dante Alighieri e rientro alle 19.00 circa

Apertura delle iscrizioni: martedì 29 marzo 2016

Sabato 07 e Domenica 08 maggio 2016

Il Magico Crinale Appenninico

Direttore di gita: Daniele Guzzinati

Escursione di due giorni per comitiva unica.

Trekking appenninico : E’ la classica traversata Corno alle Scale- Cimone lungo lo spartiacque tosco-emiliano.Come tutti i percorsi di crinale è vario, panoramico e sempre arioso anche in piena estate;la stagione più bella per percorrerlo è però la tarda primavera o il limpido autunno quando il panorama diventa sconfinato ed entusiasmante. Percorso di notevole lunghezza e durata da affrontarsi previo adeguato allenamento e con condizioni meteo sicure.

Descrizione percorso primo giorno: Partenza da Fanano (MO) località I Ponti mt 528, percorriamo il sentiero CAI 407 che ci porta prima al borgo abbandonato Le Caselle mt 846 poi dopo aver attraversato fitte faggete e alcuni casolari abbandonati il sentiero si trasforma in un largo tratturo che faticosamente guadagna le morbide e pianeggianti praterie del Lago Pratignano mt 1307.Si prosegue seguendo il sentiero CAI 401 che percorre il crinale dei monti della Riva teatro di aspri combattimenti durante il secondo conflitto mondiale , la giornata si conclude con l’arrivo al rifugio CAI  Duca degli Abruzzi (mt.1787) dove pernotteremo.

Descrizione percorso secondo giorno: Partenza di buon ora per la lunga cavalcata che percorre parte del crinale Tosco-Emiliano seguendo il sentiero CAI 00  fino ad incrociare il sentiero  CAI 447 che ci conduce al monte  Cimoncino (anticima del Cimone) e seguendo il sentiero CAI 439 sendiamo in località La Capanna dove finisce la nostra avventura.

Difficoltà: Escursionistico per Esperti (EE) 

Dislivello 1° giornata :  in salita 1226 mt  in discesa 182  mt  tempo h 6
Dislivello 2° giornata:in salita 672 mt    in discesa 1130   mt  tempo h 8

Partenza sabato ore 6.00  Rientro domenica ore 21.00

Apertura delle iscrizioni: martedì 12 aprile 2016

Domenica 22 maggio 2016

Il giro delle trincee

Direttori di gita: Federico Margelli – Stefano Bonetti

Escursione di un giorno per comitiva unica.

Per non dimenticare . . .mossi dall’intento di comprendere meglio un drammatico periodo della nostra storia di 100 anni fa…
… il 22 maggio ci recheremo presso l’abitato di Nosellari di Folgaria dove ad agosto 2015 è stato aperto un sentiero assolutamente non impegnativo denominato “il giro delle trincee”.
Lasciati dal pullman al centro del paese di Nosellari ci sposteremo verso ovest scendendo al sottostante bosco di faggi dove inizierà il nostro percorso. Durante il nostro cammino vedremo ben 7 grotte artificiali utilizzate, durante la prima Guerra Mondiale, come riparo di uomini e mezzi, un tunnel e delle trincee completamente recuperate ed affacciate a strapiombo direttamente sulla sottostante Val D’Astico. la veduta è davvero impressionante ed il pensiero facilmente ci riporta indietro nel tempo, immaginando come potesse essere la vita in trincea! Per aiutarci a comprendere meglio, sarà organizzata una serata di approfondimento nella sede del CAI di Ferrara con gli amici dell’Associazione “Pico Cavalieri”, che ci spiegheranno il valore ed il significato dei luoghi che andremo a visitare.

Difficoltà: Turistico (T) di interesse STORICO
Dislivelli in Salita e discesa di 110 metri per una lunghezza di circa 3.5 chilometri

Apertura delle iscrizioni: martedì 26 aprile 2016

Domenica 29 maggio 2016

In bicicletta fino a Bologna, la Dotta, la Grassa, la Rossa e ritorno

Direttrici di gita: Franca Missanelli – Laura Benini – Claudia Cevolani

Escursione di un giorno per comitiva unica.

N.B. è confermata la data del 29 Maggio 2016, erroneamente riportata per il 29 giugno

Una delle città più vicine alla nostra è proprio Bologna, perché non provare a raggiungerla in bicicletta? in macchina sono solo 48 km. Ma in bicicletta è tutta un’altra storia….perchè dobbiamo percorrere strade cosiddette ‘basse’ in mezzo a campi coltivati a grano, a girasoli, passando per piccoli paesi, mai sentiti nominare prima.

Anche se il percorso sarà più lungo, la soddisfazione di entrare nella grande città , con le nostre due ruote, è indescrivibile …, percorreremo Via Indipendenza, passando davanti alla Cattadreale Metropolitana di San pietro, per poi giungere in Piazza Maggiore, difronte alla Basilica di San Petronio, all’interno della quale, c’è la meridiana più lunga del mondo!

Non avremo tanto tempo per visitare la città, perché ci aspetta il ritorno, che affronteremo per un itinerario differente, a arrivati a Ferrara, avremo fatto quasi 120 km.

Essendo il giro piuttosto lungo, si richiede, un po’ di allenamento a stare in sella per un tempo piuttosto lungo.

Ma chi è già venuto alle nostre ciclo-escursione, sa bene, che ci prenderemo tutto il tempo necessario, fermandoci diverse volte.

Informazioni generali :

  • Presentarsi con la bicicletta in buono stato di manutenzione, con 1 camera d’aria di scorta e una chiusura. Il pranzo è al sacco.
  • Il casco non è obbligatorio, ma è consigliato
  • In caso di maltempo, la gita verrà annullata
  • Munirsi di qualcosa per illuminare la strada, nel caso si faccia tardi

Difficoltà: Cicloturistico (TC) per 30 partecipanti.
Ora e Luogo di partenza:  ore 7 davanti a Porta Paola
Lunghezza percorso: 120 km
Tipo percorso : pianeggiante, su strade poco trafficate e piste ciclabili.

Apertura delle iscrizioni: martedì 17 maggio 2016

Domenica 05 giugno 2016

La Ferrata della Memoria e la diga del Vajont

Direttori di gita: Claudio Simoni, Daniele Guzzinati, Donatella Succi Cimentini, Tiziano Dall’Occo
Collaboratori: Elena Bonora, Leonardo Caselli, Ruggero Boaretti.

Escursione di un giorno per due comitive.

A Longarone ( BL ), il 2 ottobre 2015, è stata inaugurata la Ferrata della Memoria, una nuova via ferrata che percorre la destra orografica della gola del Vajont. Un modo per ricordare il disastro del Vajont del 9 ottobre 1963, come spiegano le Guide Alpine Cortina che hanno costruito il nuovo percorso.
La ferrata è facilmente raggiungibile dalla strada che porta da Longarone a Erto e più precisamente dal sesto tornante dopo il paese di Codissago e termina a 5 minuti dal sentiero 380, Troi de Moliesa, grazie al quale si raggiunge la diga del Vajont da una parte ed il paese di Casso dall’altra. 

La parte iniziale del percorso segue il canale di alimentazione di un vecchio mulino, che ha diversi tratti in galleria, per i quali serve la torcia frontale.
Ferrata classificata Medio-Difficile e strapiombante, esposta a sud e a bassa quota, perfettamente percorribile in questo periodo.

Il programma prevede che la comitiva della ferrata sia la prima a scendere dal pullman, compia il proprio percorso ed una volta terminato, raggiunga il paese di Casso, per comodo sentiero. 
La comitiva escursionistica sarà accompagnata dal pullman fino ad Erto ed incamminandosi per il sentiero 381, il Trui dal Sciarbon, viaggiando a mezza costa, raggiungerà il paese di Casso per l’appuntamento con la comitiva della ferrata.

Tutti assieme scenderemo da Casso alla diga, dove ci aspetterà una Guida della Pro Loco di Longarone che ci spiegherà i tragici avvenimenti del 1963 e ci accompagnerà sul coronamento della diga, attraversandola. Saliremo poi sulla collina generata dalla frana del Monte Toc e visiteremo il Bosco Vecchio in cui sono presenti ancora degli alberi scesi a valle con la frana, veri e propri testimoni di quella tragedia.

Note tecniche

Ferrata – Percorso di difficoltà EEA, per la quale sono richiesti imbrago intero, casco e kit da ferrata omologati, nonché torcia frontale per le due gallerie.
Dislivello in salita – 260 metri 
Sviluppo ferrata – 700 metri
Numero massimo di partecipanti: 15

Percorso escursionistico – Difficoltà E (erroneamente riportata con difficolta EE)
Dislivello in salita e discesa di circa 250 metri
Numero massimo di partecipanti: 28

Partenza ore 6.00 dal Piazzale Dante Alighieri

Nota Bene
– L’escursione prevede una visita guidata di due ore circa, con Guida della Pro Loco, che costa 8.00 € / cad da pagare in loco.

Apertura delle iscrizioni: martedì 10 maggio 2016

Domenica 19 giugno 2016Logo Festival delle Alpi

Col Rotondo dei Canòpe

Direttori di gita: Daniele Poli – Paola Bonora

Escursione di un giorno per comitiva unica.

Il Col Rotondo dei Canopi, m. 2204, offre una gita semplice in un bell’ambiente silvopastorale.

Pur non essendo molto distante dall’altopiano pascolivo di Pratopiazza e dai due noti rifugi di Pratopiazza e Vallandro, non è frequentatissimo. Sulla cima c’è molto spazio per riposare, curiosare e fotografare scorci sui numerosi monti dolomitici: il vicino Picco di Vallandro, l’imponente struttura della Croda Rossa d’Ampezzo, il suggestivo Cristallo, il trittico d’oro delle Tofane e le meravigliose Tre Cime di Lavaredo.

La nostra cima si trova in territorio comunale di Dobbiaco e chiude a Sud-Est la verde conca di Pratopiazza. Fa parte del gruppo montuoso della Croda Rossa d’Ampezzo e si trova all’interno del Parco Fanes-Sennes-Braies, innalzandosi fra la Valle dei Canopi a Ovest, che percorreremo in salita, e di Specie, che sarà l’itinerario di ritorno in discesa.

Il nostro percorso è anche storico: nel Medioevo, infatti, veniva usato dai minatori pusteresi per scendere in Ampezzano e recarsi al lavoro nelle miniere del Col Piombin; chenopo-pe in ampezzano è una deformazione del termine tedesco Knappe, “minatore” (in dialetto  knop). Sicuramente fu utilizzato sin dai tempi antichi, perché la cima è costituita da un crestone allungato ricoperto di mughi, che si eleva non molto distante dall’amena conca di Pratopiazza.

Partiremo dal Passo di Cimabanche m. 1520 sulla strada Cortina-Dobbiaco, inoltrandoci nella romantica valle percorsa dal rio omonimo (che ha le sue sorgenti a Pratopiazza) ai piedi degli aspri dirupi del Col dei Canopi..

Circa a metà della valle, in vista di una cascata, si scavalca il torrente e, con alcune serpentine, si risale il costone a picco sulla valle stessa.

Terminata la salita, il sentiero si trasforma in una stradina che si inoltra nel bosco e poi su detriti fino ad incrociare una mulattiera militare austriaca. Questa mulattiera rimonta, con un largo giro, il costone rivolto a Pratopiazza sbucando nel punto più elevato della cresta sommitale, dove si trovano un grande ometto, una croce e residui di postazioni di guerra.

Il ritorno, dopo una breve sosta al rifugio Vallandro situato presso i ruderi del vecchio forte austriaco, sarà per la strada militare, chiusa al traffico, usufruendo delle scorciatoie che ne tagliano le innumerevoli curve, lungo la Val Specie e si concluderà a Carbonin m. 1438.

L’escursione rientra nel programma del Festival delle Alpi

Difficoltà: Escursionistico (E) di circa 9 chilometri e 750 metri di dislivello sia in salita che in discesa.
Partenza: ore 6 da Ferrara
Arrivo: previsto: ore 22 circa

Apertura delle iscrizioni: martedì 24 maggio 2016

Domenica 03 luglio 2016

Val Travenanzes

Direttori di gita: Gianna Tebaldi – Gianni Roveri

Escursione di un giorno per comitiva unica.

Fra tutte le valli dolomitiche la Val Travenanzes è sicuramente una delle più incantevoli da visitare. E’ lunga circa 10 km., disposta da nord a sud e compresa tra il gruppo delle Tofane a est, le alte cime sopra Cortina e i gruppi delle cime di Lagazuoi, Fanis, Cavallo e Furcia Rossa a ovest.

Il percorso è bello e affascinante sia per la varietà dei paesaggi che si incontrano (pareti rocciose,valloni desertici, prati, boschi, pianori di ghiaie percorsi dal torrente, cascate e forre), sia per le alte cime che accompagnano la traversata.

Il percorso è lungo circa 12 km. con un dislivello di 400m. in salita e 1150m. in discesa: si presenta dunque abbastanza riposante dal punto di vista del dislivello ma impegnativo come lunghezza e durata, considerato che sono necessarie 7/8 ore per effettuarlo con calma e goderselo senza correre.

L’intera valle è percorsa dal Rio Travenanzes che nasce da una sorgente e da ruscelli nella testata della valle andando poi a formare, insieme al Rio Fanes, il torrente Boite che attraversa Cortina e tutto l’Ampezzano. E’ proprio lungo il rio Travenanzes che si snoda gran parte del nostro itinerario che percorre tutta la valle e che divideremo in quattro parti.

La prima parte del percorso è tutta in salita e, partendo dal Passo Falzarego m. 2105, attraverso i ripidi ghiaioni alla base delle pareti rocciose del Lagazuoi Piccolo, guadagna la Forcella Travenanzes m. 2570. Già dalla forcella si ha una magnifica vista sul nostro percorso, sulle torri e punte rocciose della costiera di Fanis e del Lagazuoi, sulle monumentali bastionate delle Tofane e sull’intera valle, inizialmente rocciosa e brulla poi, in fondo, verdeggiante di prati e boschi.

Completata la fatica della salita, si potrà godere la seconda parte del percorso con l’inizio della discesa. Il sentiero scende comodamente le ghiaie della testata, in un ambiente  roccioso e piuttosto desertico, in vista delle ripide pareti della Tofana di Rozes, raggiungendo un bellissimo ed ameno pianoro erboso; ai margini del bosco presso i ruderi dell’ex Malga Travenanzes si trova una piccola baita in legno: il Cason di Travenanzes m. 1965.

Dalla baita inizia la terza parte del percorso; si abbandona la parte superiore della valle entrando in un bel bosco di larici e, con varie serpentine, si scende a raggiungere il Rio Travenanzes che scorre su un letto di bianche ghiaie incassate fra le cime circostanti.

Guadagnato il corso d’acqua, si risale leggermente sotto le ripide pareti rocciose della Tofana di Dentro.

La valle si restringe mentre il torrente si infossa sempre di più in una forra in cui diviene più grosso ed impetuoso.

Arrivati al Ponte Cadoris, inizia la quarta ed ultima parte del percorso con una stradina sterrata che attraversa il bosco e scende al Ponte Alto, con bella visuale della profonda forra in cui scorre tumultuoso e spumeggiante il nostro torrente, che forma alcune cascatelle.

Oltrepassato il Cadoris, si abbandona il torrente per ritrovarlo nuovamente all’ultimo ponte presso il Pian di Los m. 1350, dove si conclude la nostra traversata.

Difficoltà: Escursionistico (E) di circa 12 chilometri e 400 metri di dislivello in salita e 1150 in discesa.
Partenza: ore 6 da Ferrara
Arrivo: previsto: ore 23 circa

Apertura delle iscrizioni: martedì 07 giugno 2016

Venerdì 15 e Sabato 16 luglio 2016

Monte Rosa – gli antichi sentieri Walser e la cima del Monte Castore

Direttore di gita: Ruggero Boaretti – Davide Chiozzi

Escursione di due giorni per due comitive.

Dopo alcuni anni si ritorna in Valle D’Aosta con una delle salite più classiche del Gruppo del Monte Rosa. La proposta per la comitiva alpinistica è la salita alla vetta del Castore (4221 m) per la cresta sud-est (via normale). Questa cima elegante rappresenta uno dei più famosi, prestigiosi e frequentati “quattromila” delle Alpi. La salita, pur non essendo tecnicamente difficile, è comunque destinata a persone che hanno esperienza di ghiacciaio ed adeguato allenamento per affrontare un percorso dove l’alta quota gioca un ruolo fondamentale.

La comitiva escursionistica, invece, percorrerà un suggestivo percorso tracciato in epoche remote dall’antica popolazione locale; i Walser che in una cornice paesaggistica sublime tra laghi, antichi villaggi e superbe vedute panoramiche compirà la traversata tra la valle di Gressoney e la Val D’Ayas.

Programma di venerdì 15 luglio.

Comitiva escursionistica:

Dalla strada di fondovalle, in prossimità di Gressoney La Trinitè (1630 m) si imboccherà il “sentiero Walser” che salirà al primo dei tipici borghi abitati dalla popolazione Walser, Alpenzù Piccolo. Proseguendo per il tortuoso sentiero a mezza costa si arriverà al villaggio di Alpenzù Grande, dalla suggestiva architettura, ove è situato il rifugio Alpenzù (1779 m), la nostra meta del primo giorno, dove pernotteremo.

Dislivelli: in salita circa 300 m; in discesa 100 m

Tempo previsto: circa 2 ore

Comitiva alpinistica:

Dalla località di Staffal (1840 m), al termine della strada della valle di Gressoney, si utilizzeranno gli impianti di risalita per raggiungere il Colle della Bettaforca (2672 m). Dal Colle il sentiero sale a lungo verso nord per il largo crestone e poi, con percorso faticoso, segue l’aerea cresta rocciosa che con corde fisse e ponticelli conduce al ripiano ai piedi del ghiacciaio del Felik ove si trova il rifugio Quintino Sella (3587 m) dove pernotteremo.

Dislivello: in salita circa 950 m

Tempo previsto: circa 4 ore

Programma di sabato 16 luglio.

Comitiva escursionistica:

Dal rifugio si segue il tracciato dell’Alta Via n°1 della Valle d’Aosta (triangolo giallo con il n°1), incontrando alcuni alpeggi, in direzione della marcata insellatura del Colle Pinter (2776 m). dopo aver disceso la larga rampa detritica si prenderà il sentiero a sinistra che si dirige verso i laghi Pinter (quota 2689 m). Si proseguirà verso il successivo lago Perrin (2633 m) per risalire pochi metri di dislivello fino al Col Perrin (2649 m). Con dolce discesa prima per sentiero e poi per mulattiera si entra nel villaggio di Cuneaz, l’insediamento Walser più in quota della val D’Ayas (2062 m) con l’antica scuola e le tipiche abitazione. Si prosegue per il rifugio Vieux Crest e poi in direzione di Champoluc dove termina il nostro itinerario.

Dislivello: in salita circa 1000 m; in discesa 1220 m

Tempo previsto: circa 9 ore

Comitiva alpinistica:

Dal rifugio Quintino Sella si raggiunge il ghiacciaio di Felik e lo si risale in direzione nord fino al crinale nevoso che porta a Punta Perazzi. Oltrepassata questa zona ci si dirige verso il Colle del Felik salendo a tornanti il pendio nevoso. Dal colle si sale all’antecima (Punta di Felik 4174 m) da cui si prosegue per la bellissima ed aerea cresta nevosa che, con qualche saliscendi, porta in vetta al Castore (4221 m).

La discesa è per la via di salita fino al Rifugio. Si proseguirà per gli impianti del Colle della Bettaforca con l’itinerario del giorno precedente. La discesa sarà fatta con gli impianti che scendono in Val d’Ayas. Un tratto di circa 40 minuti tra i due impianti sarà percorso a piedi.

Dislivelli: in salita circa 650 m; in discesa 1860 m

Tempo previsto: circa 10/11 ore

Apertura delle iscrizioni: martedì 21 giugno 2016

Sabato 30 e Domenica 31 luglio 2016

Monte Paterno

Direttori di gita: Marco Veronesi – Leonardo Caselli

Escursione di due giorni per due comitive

Escursione di due giorni, prevista per due comitive su percorsi di diversa difficoltà, che ci porterà in uno degli ambienti più suggestivi dell’intero complesso dolomitico di Sesto, al cospetto delle meravigliose Tre Cime di Lavaredo.
Nella Giornata  di  sabato le due comitive, partendo dal rifugio Auronzo (2320m) raggiungeranno per comoda stradina sterrata il rifugio Lavaredo (2344m), da qui attraverso la forcella Lavaredo, aggirando in parte le Tre Cime si percorrerà il ghiaione del Monte Paterno in direzione del Rifugio Locatelli (2405m) dove si pernotterà.

Il giorno seguente la prima comitiva, partendo dal rifugio Locatelli, per il sentiero n.101 aggirerà il monte Paterno sul suo versante nord. Percorrendo il sentiero 101 si passerà tra i Laghi dei Piani ed il monte Paterno   fino a raggiungere il rifugio Pian di Cengia (2528m), dal quale si scenderà poi verso i Laghi di Cengia (2324m) ai piedi dell’omonimo monte. Proseguendo si ritornerà per il sentiero 104 verso Forcella Lavaredo ed il rifugio Auronzo.

La seconda comitiva percorrerà il sentiero attrezzato Innerkofler, che attraverso un sistema di gallerie e trincee di guerra percorre gran parte del profilo a forma di pala del Monte Paterno. L’avvicinamento al sistema di gallerie avverrà in direzione della cresta nord del Paterno, passando nei pressi del pinnacolo roccioso chiamato Frankfurter Wurstel (Salsiccia di Francoforte). Le gallerie nel primo tratto sono dotate di alcuni fori laterali che consentono alla luce di penetrare all’interno  e nello stesso tempo offrono scorci molto suggestivi dell’ambiente esterno, mentre nel secondo tratto sono abbastanza buie (necessaria torcia meglio se frontale). All’uscita di queste gallerie inizia il tratto attrezzato che le collega alla forcella del Camoscio (2650m) dalla quale si proseguirà verso la cima del Paterno (2744m) con salita a volte verticale, ma sempre gradinata e con ottimi appigli che non obbligano a sforzi sul cavo della ferrata.

In discesa dalla cima si ripercorrerà a ritroso il pendio sommitale e ritornati alla forcella si percorrerà una lunga cengia in parte attrezzata nei tratti più esposti, lungo la quale si incontrano fin dall’inizio molte testimonianze della grande guerra. Raggiunta la forcella dei Laghi (2550m) si proseguirà in un susseguirsi di facili passaggi non attrezzati  alternati ad alcuni tratti di sentiero  in direzione di un ampio sperone panoramico costantemente accompagnati da residui architettonici militari. Dopo alcuni minuti di discesa lungo traccia di sentiero abbastanza agevole il percorso apparentemente pianeggiante e prativo viene interrotto da un crepaccio attrezzato. Portandosi sul lato opposto del crepaccio, inizia la risalita  verso i prati attraverso alcuni passaggi attrezzati  con pioli. Dopo pochi metri sarà possibile togliere l’imbragatura lasciandosi alle spalle la parete appena discesa. Si proseguirà sul sentiero verso il rifugio Pian di Cengia e da quest’ultimo verso i rifugi Lavaredo e Auronzo.

Sabato
Difficoltà: Escursionistico (E)
Dislivello in salita – 200 metri

Domenica:
Comitiva Escursionistica Giro in senso orario del Monte Paterno, dal rifugio Locatelli per sentiero n.104 verso il Rifugio Pian di Cengia, poi verso la Forcella Lavaredo e l’ omonimo rifugio, chiudendo la giornata al rifugio Auronzo
Difficoltà: Escursionistico per Esperti (EE)
Dislivello in salita e discesa – 200 metri

Difficoltà: Escursionistico per Esperti Attrezzati (EEA)
Casco ed imbragatura obbligatori ed omologati e torcia frontale per le gallerie. 
Dislivello in salita – 340 metri Dislivello in discesa – 425 metri

Apertura delle iscrizioni: martedì 05 luglio 2016

Domenica 04 settembre 2016

Sentiero Alpinistico del Monte Cernera

Direttori di gita: Alessandro Zerbini – David Zappaterra – Gabriele Villa

Escursione di un giorno per comitiva unica.

A ottobre 2015, mentre scendeva verso Fedare dopo la salita alla Corda Negra, il gruppo degli escursionisti aveva di fronte il massiccio del Cernera e qualcuno disse: “Quello sarebbe un bell’obiettivo per il prossimo anno”. Tutti furono d’accordo e qualcuno chiese scherzando se ci si potesse iscrivere subito. Sono stati presi in parola e ora è il momento di mettersi alla prova.
La comitiva partirà dal Passo Giau ( 2.236 metri ) seguendo il sentiero 436 fino a raggiungere Forcella Col Piombin. Da questa si seguirà l’indicazione Sentiero Alpinistico del Cernera, mentre l’ambiente si fa subito più selvaggio e il sentiero si trasforma in traccia segnalata da ometti.
Si proseguirà in leggera salita costeggiando il massiccio del Cernera per circa quaranta minuti fino ad arrivare ad un primo breve tratto attrezzato. Dopo alcune decine di metri, superata una forcelletta c’è un secondo tratto attrezzato non difficile ma che richiede passo sicuro, al cui termine si sbuca su di un ampio prato inclinato che conduce verso l’ultimo tratto attrezzato facile, a volte bagnato, superato il quale si risale la cupola terminale della montagna su sentiero roccioso e infine per ghiaie, fino a raggiungere la cima a 2.657metri.
Per il ritorno si segue all’incontrario lo stesso percorso della salita.
Al di là delle sigle, si può affermare che le difficoltà tecniche e l’esposizione sono inferiori a quelle di qualsiasi ferrata delle Dolomiti, serve solo molta attenzione.
Comitiva unica di 24 partecipanti

Difficoltà: Escursionistico per Esperti  (EE)  ed alpinistiche che richiede passo fermo e sicuro e l’uso di attrezzatura di protezione individuale. 

Casco ed imbragatura con un cordino di sicurezza obbligatori ed omologati.
Escursione con 460 metri di dislivello sia in salita che in discesa. 

Apertura delle iscrizioni: martedì 19 luglio 2016

Domenica 11 settembre 2016

Da Caldaro a Castelvecchio

Direttore di gita: Massimo Costanzelli – Gianna Tebaldi

Escursione di un giorno per comitiva unica.

Il percorso inizia in via Europa a Caldaro, seguendo il sentiero n 12, il Sentiero della Pace. L’escursione si svolge in un ambiente bellissimo tra i boschi. Il Sentiero della Pace è stato realizzato con il sostegno del religioso Padre Georg Reider nel segno delle Cinque Tematiche: il Credo, la Giustizia, la Saggezza, la Speranza e la Moderazione.
Arrivati a Castelvecchio, dopo aver goduto del panorama con la Chiesa di San Vigilio, si scenderà verso le rovine della chiesa di San Pietro, probabilmente la più vecchia del Tirolo.
Da qui, una ripida discesa su ripide e sicure scale metalliche; molto spettacolari.
Intercetteremo il sentiero n 13 che ci riporterà verso Caldaro, percorrendo nell’ultimo tratto una strada asfaltata, denominata “Strada del Vino”. Chissà perché.

Difficoltà: Escursionistico (E) e Naturalistico di circa 13 chilometri e 330 metri di dislivello sia in salita che in discesa.

Apertura delle iscrizioni: martedì 26 luglio 2016

Sabato 17 e Domenica 18 settembre 2016

Parco Nazionale del Gran Paradiso – Traversata dal Rifugio sella ai casolari dell’ Herbetet

Direttore di gita: Claudio Neri

Escursione di due giorni per comitiva unica.

Una spettacolare escursione ad anello nel Parco Nazionale del Gran Paradiso a ridosso dei ghiacciai, tra vette che superano i 4.000 m ed una quasi sistematica presenza di stambecchi e camosci. Dai lariceti sul fondo della Valnontey fino alle aeree cenge tra il rifugio V. Sella e i casolari dell’Herbetet.
Il Rifugio Vittorio Sella al Lauson è la meta escursionistica più frequentata della Valle di Cogne, offrendo uno splendido colpo d’occhio sui ghiacciai della Valnontey. Lungo il percorso è possibile osservare esemplari di stambecchi, camosci, marmotte e altre specie della tipica fauna del Parco Nazionale del Gran Paradiso.

1° giorno
Dal parcheggio di Valnontey (1.666m) si traversa su un ponte il torrente e si sale sul pianoro dove è situato il giardino botanico “Paradisia”. La via di salita segue il vecchio sentiero di caccia reale e, senza nessuna particolare difficoltà, arriva al Rifugio Vittorio Sella (2.558).

2° giorno
Si parte attraversando il ponticello a monte del rifugio, seguendo una comoda mulattiera, si arriva al lago del Lauson (2.656 mt.). Ora la mulattiera si trasforma in un sentiero che si inoltra sotto il gran vallone, da dove inizia una discesa su di una aerea cengia. Percorreremo una passerella in legno ed alcuni scalini in ferro con delle corde scorrimano per agevolare il passaggio. Arriveremo quindi al pian di Ressello, il punto più panoramico dell’anello. Da qui si potrà ammirare tutta la catena del Gran Paradiso con i suoi maestosi ghiacciai, a seguire i casolari dell’Herbetet (2.435m). A questo punto inizieremo la lunga discesa che, a chiusura dell’anello, ci porterà a Valnontey. Questa camminata è reputata una delle più panoramiche dell’intero Parco Nazionale del Gran paradiso. Durante l’itinerario è possibile avvistare camosci, marmotte, stambecchi, oltre a tante tipologie di fiori.
Difficoltà: Escursionistico per Esperti (EE).
Dislivello in discesa di circa 1050 metri e lunghezza di circa 16 chilometri.

Apertura delle iscrizioni: martedì 26 luglio 2016

Domenica 02 ottobre 2016

Gli Ex Corsisti si ritrovano…

Direttori di gita: Accompagnatori del Corso di Escursionismo

Anche quest’anno gli ex Corsisti si ritrovano!
Domenica 2 ottobre ci sarà l’occasione per ritrovarsi e condividere piacevolmente una giornata con vecchi e nuovi amici, uniti dall’esperienza di aver frequentato uno dei Corsi di Escursionismo, ma soprattutto dalla passione di vivere la montagna in compagnia.
Diversamente dalle altre volte, la gita non sarà aperta ai soli Ex Corsisti, ma anche ai loro famigliari o amici.

La meta sarà il Rifugio Duca degli Abruzzi sulle rive del Lago Scaffaiolo nell’Appennino bolognese dove verso le 14.30 pranzeremo e potremo passare un po’ di tempo tutti assieme in allegria.
E’ un’occasione da non perdere perché ci sarà la possibilità di scegliere l’escursione che più ci piace avendo a disposizione almeno quattro percorsi: due molto tranquilli e due più impegnativi.
Con i due sentieri più tranquilli si potrà raggiungere direttamente il Rifugio Duca degli Abruzzi in circa un’ora e mezza, senza preoccuparsi del fiatone e della pendenza, oppure salire alla cima del Corno alle Scale passando, o meno, per i Balzi dell’Ora, poi al rifugio, con un’escursione un po’ più faticosa ma di grande soddisfazione.

Il pullman ci scaricherà nel parcheggio del Rifugio Cavone e raggiungeremo il Lago Scaffaiolo dal percorso prescelto.

La partenza è prevista da piazzale Dante alle ore 7.00 ed il rientro a Ferrara, previsto per le 21.00.

Dislivello in salita per il Rifugio Duca degli Abruzzi – 300 metri
Dislivello in salita per Corno alle Scale – 530 metri

Apertura delle iscrizioni: martedì 20 settembre 2016

Sabato 08 ottobre 2016

Trekking semi-urbano a Bologna

Direttrice di gita: Franca Missanelli – In collaborazione con il Cai di Sassuolo 

Escursione di un giorno per comitiva unica.

Dopo il trekking urbano tenutosi a Ferrara nel 2014 e quello di Modena del 2015, a grande richiesta, andiamo anche a Bologna, con i nostri amici del Cai di Sassuolo.
Chi è venuto nelle precedenti occasioni sa che il trekking urbano è un’occasione per camminare e scoprire luoghi ed itinerari particolari della città.
Partiamo dalla stazione e raggiungiamo Piazza Maggiore e via Saragozza, in fondo alla quale si trova l’Arco del Meloncello, da dove inizia uno dei più lunghi porticati del mondo. Da questo punto però prendiamo una stradina che in pochi minuti ci porterà sulla collina della città fino al Parco Talon. Risaliremo per il sentiero dei ’Bregoli’ e infine raggiungeremo il Santuario della Madonna di San Luca.
Finalmente percorreremo gli scalini lungo i 3.5 chilometri di portico, fino all’Arco del Meloncello.
Questo percorso viene utilizzato dai bolognesi anche come allenamento ginnico, per cui alcuni lo fanno anche 3-4 volte alla settimana ed altri lo fanno addirittura di corsa.
Quale miglior allenamento per chi va in montagna come noi? Fare tanti scalini!

Difficoltà: Turistico (T) per 30 partecipanti con trasferimento a Bologna in treno.

Apertura delle iscrizioni: martedì 27 settembre 2016

Domenica 23 ottobre 2016

Castagnata 2016

Direttori di gita: Daniele Poli – Gianna Tebaldi – Intersezionale con il Cai di Trecenta 

Escursione di un giorno per comitiva unica.
Difficoltà: : Escursionistica (E)

Anche quest’anno la nostra castagnata chiuderà la stagione escursionistica estiva e, come sempre, in bellezza!
Torneremo in Appennino, in una zona che non abbiamo mai frequentato e che ci permetterà di goderci i caldi colori autunnali oltre ai dolci pendii.
Troveremo castagneti dove, chi vorrà, potrà dedicarsi alla raccolta delle castagne; non mancherà, inoltre, la possibilità di farci una bella camminata in compagnia!
Avremo il piacere, per finire, di apprezzare l’ottima cucina del luogo!

Difficoltà: : Escursionistica (E)

Apertura delle iscrizioni: martedì 27 settembre 2016