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Alpe Adria
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Le prime difficoltà a livello logistico, dovute al trasporto delle bici sul treno, sono state risolte dividendo il gruppo in due: il primo parte con me alle 10:19, il secondo con Bruno Schiavina (condirettore) alle 14:06. Il ritrovo sarà sabato 1 giugno, per tutti i 15 partecipanti a Gemona. Si parte e piove! I cinquanta minuti di viaggio in treno passano veloci, ma non la pioggia, si fa conversazione e si guarda il panorama dal finestrino, arrivando a Tarvisio e continua a piovere.
Che si fa? Si va! In attesa del secondo gruppo partiamo in otto con destinazione laghi dei Fusine, la pista ciclabile è stata ricavata sul tracciato del vecchio sedime ferroviario, quindi in leggera salita, dopo circa sei chilometri la pioggia la prende persa e arriviamo al lago superiore, ad attenderci un piatto caldo di “frico” (piatto tipico friulano a base di formaggio e patate), il panorama dopo! Spunta un timido sole e si apre uno scenario che ci lascia a bocca aperta; le cime delle montagne innevate si specchiano sulla superficie del lago. Però, presto che è tardi! Ci congiungiamo con il secondo gruppo, e con Gpl Sottili che ci ha raggiunto a Tarvisio a bordo del suo trike. Esce il sole e affrontiamo i primi cinque chilometri di salita e alcuni esclamano … ma non finisce mai la salita?
Finalmente ecco la discesa che ci accompagnerà per 63 chilometri attraversando boschi di faggi, gallerie che si illuminano al nostro passaggio, ponti in ferro sul fiume Fella e spaccature nella montagna create dai torrenti formando piccole cascatelle. Senza mai dimenticare le montagne che fanno da scenario. Ci fermiamo dopo 38 chilometri alla ex stazione di Chiusaforte per una sosta ristoratrice e la foto di gruppo. Si riparte, ora il tratto è più pianeggiante, attraversiamo Portis Vecchio, un paese fantasma fermatosi con il terremoto del 6 maggio 1976, ora centro di ricerche di nuovi materiali antisismici.
Arrivati a Venzone, uno dei borghi più belli d’Italia, giriamo per visitare il duomo interamente andato distrutto con il terremoto e ricostruito con la tecnica “anastilosi” (ricostruzione utilizzando i materiali originali) e infine, la sua doppia cinta di mura. Poi via veloci fino a Gemona, arrivo alle 20:16 stanchi ma appagati, subito a cena e poi a nanna.
Domenica sveglia presto, spostamento in auto a Grado dove ad attenderci troviamo due amici del CAI Bologna. Si parte non più con la vista delle montagne ma accolti da una ciclopedonale di 3,5 chilometri sospesa su un lembo di terra fra le lagune di Grado e Marano, in lontananza il campanile della basilica di Aquileia, proseguiamo spediti su Palmanova, famosa per la sua pianta a forma di stella, arrivati ci concediamo una sosta per la visita. Riprendiamo lentamente la via del ritorno fermandoci a visitare Strassoldo, un borgo medioevale conservato benissimo, ancora abitato dai discendenti dei fondatori nel 1381.
Raggiungiamo Aquileia per visitare i famosi mosaici della basilica, il museo archeologico e gli scavi romani, poi si torna a Grado, ora la laguna si presenta con la luce del tramonto.
Fine gita, ma non stanchi di pedalare mi chiedono di accompagnarli per un giro nella parte vecchia del grazioso borgo, rientriamo al parcheggio dove Clara (mia moglie), Bruno Schiavina e Maurizio Borianelli (che si erano fermati a Grado) hanno preparato un rinfresco di saluto.
Un grazie a tutti i partecipanti con i quali ho condiviso un percorso, forse fatto un po’ di corsa, ma che ha offerto spunti che possono essere sviluppati e approfonditi a livello personale in occasioni successive.
Maurizio Poggioli